Una biblioteca per un edificio: la Biblioteca di Biologia ambientale nell'architettura di Capponi
“L’ingegno vivissimo di Giuseppe Capponi progettò e costruì questo armonico luminoso edificio, ultimo sogno del suo cuore di poeta” recita la dedica posta all’ingresso principale dell’Edificio di Botanica, sede del Dipartimento di Biologia Ambientale. Progettato nel periodo dal 1933 al 1935 da Capponi su incarico di Marcello Piacentini e nato come Istituto di Botanica e di Chimica Farmaceutica, è costituito da un corpo centrale a pianta leggermente curva e due ali anteriori a destra e sinistra che racchiudono un piazzale. Al centro si sviluppa il nucleo di ingresso evidenziato da due torri, con angoli vetrati. La scala interna asseconda la verticalità della parte centrale dell’edificio, dove si addensano le superfici vetrate.
Una delle osservazioni progettuali più rilevanti riguarda l’uso del ferro e del vetro, utilizzato dal progettista per definire il corpo centrale dell’edificio. Questi materiali costituiscono una soluzione architettonicamente nuova, utilizzati non solo per ragioni strutturali e tecnologiche, ma anche come scelta consapevole rispetto al valore architettonico. Capponi introdusse così un sistema moderno di accrescimento dell’efficienza energetica passiva dell’intero edificio, tramite le serre solari e i camini di ventilazione sviluppati nelle torri del vento, che inquadrano l’ingresso dal lato posteriore dell’edificio, favorendo la ventilazione con il raffrescamento passivo degli ambienti e il rinnovo dell’aria negli ambienti circostanti. Inoltre, l’aria immessa dall’esterno negli ambienti interni, nel progetto originario avrebbe dovuto essere purificata dalle piante delle serre.
Il prevalente sviluppo orizzontale dei volumi, la soluzione delle due torri vetrate centrali, le grandi finestre a nastro, il basamento trasparente del fronte posteriore (dove erano concentrate le serre), propongono un’architettura quasi “industriale”, che costituisce un elemento di novità nel panorama architettonico romano. Tra gli edifici della città universitaria, questa costruzione è quella che più esplicitamente rivela la propria derivazione dal lessico razionalista europeo.
Una specifica caratteristica del progetto è lo spazio dedicato alla biblioteca. Di circa 500mq di superficie, si struttura in spazi specifici e ben determinati: biblioteca botanica, sala di lettura periodici, ufficio.
La Biblioteca dell’attuale Dipartimento di Biologia ambientale è collocata nei suddetti spazi, al primo piano dell’edificio, dal 1938 circa.
Durante gli anni ’60 del secolo scorso, in seguito al trasferimento presso nuova sede dell’Istituto di Chimica Farmaceutica e alla ristrutturazione che ne è seguita, l’edificio ha subito importanti variazioni distributive interne che in parte hanno modificato l’utilizzo degli spazi, senza tuttavia compromettere la struttura formale del progetto originario.
Tiziana Babusci
Bibliografia
Azzaro, B., 2012. La Città Universitaria della Sapienza di Roma e le sedi esterne 1907-1932. Roma, Gangemi
La Città Universitaria di Roma, 1935-XIII. Architettura, Fascicolo speciale con 215 illustrazioni
Muntoni, A., 2010. Roma tra le due guerre 1919-1944. Roma, Kappa
Rossini, T., 2018. La Città del Sapere: l’Istituto di Botanica di Giuseppe Capponi.
L’architettura delle città. The journal of the Scientific Society Ludovico Quaroni, vol. 9, n. 12/13: 79-91
Spano, N., 1935-XIII. L’Università di Roma. Roma, Mediterranea
Sitografia
Casa dell’architettura
http://www.casadellarchitettura.eu/fascicolo/data/2011-02-05_345_1282.pdf
(ultima consultazione 23 novembre 2020)
Archidiap
http://www.archidiap.com/opera/istituto-di-botanica-e-di-chimica-farmaceutica/
(ultima consultazione 23 novembre 2020)