Francesco Fontana
- 1819 - 1862
Tipologia
- Fondo
Numerazione
- Numero definitivo
- 2
Storia istituzionale/Biografia
Francesco Fontana nacque a Pesina nel 1794. Si laureò in medicina presso l'università di Padova nel 1818 dopo aver concluso nel 1817 l' "alunnato" nella farmacia, che in seguito acquistò, a Lazise. Negli anni coltivò interessi naturalistici, giovandosi dell'amicizia del Pollini, e quando tra il 1849 e il 1850 l'università di Padova fu chiusa a causa delle agitazioni studentesche contro il governo austriaco, Fontana fu autorizzato ad insegnare privatamente botanica e chimica. Traendo probabilmente ispirazione dalla Flora veronese del Pollini, cominciò ad occuparsi dell'uso della polvere di salice nella cura delle febbri intermittenti come farmaco sostitutivo della china. Nel 1824 inviava ad A. Cattaneo, redattore del Giornale di farmacia, chimica e scienze accessorie, un breve articolo dal titolo La salicina principio medicamentoso del salice bianco, o base vegetale salificabile. La scoperta venne segnalata anche negli Annali universali di medicina e nel Manuale di chimica medica di E. Julia-Fontenelle.
Al Fontana va dunque senza alcun dubbio attribuito il primato della scoperta della salicina, da lui ritenuta un alcaloide glicosidico, che venne proposta e usata, anche se senza troppo successo, come alternativa terapeutica indigena al chinino, e la cui importanza è legata soprattutto alla promozione degli studi culminati nella individuazione dell'acido salicilico da parte di R. Piria nel 1838. Il primato di Fontana è stato però solo parzialmente riconosciuto dalla letteratura, che in generale ha attribuito la scoperta della salicina a P.-J. Leroux, il quale in effetti presentò nel 1829 all'Académie des sciences di Parigi una memoria in cui illustrava un metodo di estrazione della salicina dalla corteccia di Salix helix. Tale memoria fu considerata dal Piria come la prima trattazione scientifica su tale alcaloide pur riconoscendo il primato dell'esperimento a Brugnatelli e Fontana ai quali però criticava la scelta del Salix alba, mentre più felice era stata, a suo avviso, la scelta del Salix helix di Leroux, il quale era stato in grado di sfruttare la scoperta sul piano industriale.
Fontana si dedicò anche ad un voluminoso erbario relativo al Monte Balbo e ad altre località del Veneto e d'Europa, contenente oltre 5.000 specie, che però andò disperso. In campo più strettamente farmacologico estrasse dal Melitato officinalis una sostanza cristallina che utilizzò per varie malattie e si occupò dell'analisi del fulmicotone, soprattutto in rapporto alla polvere da sparo. Trovò a Lazise alcuni esemplari di Ammoniti, scoprì anche una nuova orchidea, poi denominata Serapias Fontana. Tutte queste osservazioni minori, mai pubblicate, furono tuttavia ricordate dai suoi biografi quali espressioni di una sua costante "curiosità naturalistica" mentre inedito è rimasto lo scritto Lazise. Studi storico-scientifici del 1863. Francesco Fontana morì a Lazise il 25 ottobre 1867.
Modalità di acquisizione
- Il fondo è giunto al Dipartimento di Biologia Ambientale, dove è custodito dalla Biblioteca, attraverso la donazione di cui abbiamo come testimonianza una lettera scritta da Sandro Pignatti a Ruffo Titta. La raccolta è giunta, già rilegata, al Dipartimento grazie a lui e per tramite del prof. Anzalone.
Lingua
- ITA Italiano